Mutui casa, le previsioni per chi cerca un finanziamento nel 2023

I tassi dei mutui hanno iniziato a salire in misura rilevante nel corso del 2022 che si accinge a conclusione e, stando a quanto ci affermano le più recenti analisi in materia, dovrebbero continuare a farlo anche nel corso del prossimo anno.

Ma che tassi possiamo aspettarci nei prossimi mesi? Quale mutuo conviene domandare? Le maglie creditizie diventeranno un po’ più generose?

Proviamo a riscontrare sinteticamente queste domande nelle prossime righe, partendo dall’unico dato certo: nel corso del 2022 i tassi hanno già compiuto un balzo non marginale, che apre scenari non troppo positivi per il 2023.

Previsioni tassi mutui casa: cosa aspettarci dal 2023

Per fornire una risposta ai quesiti che abbiamo posto in conclusione dello scorso paragrafo, cerchiamo di fare il punto sul presente.

L’ultimo report a nostra disposizione da parte dell’ABI è quello aggiornato al mese di ottobre, che rivela come il tasso medio sui mutui sia stato pari al 2,73%, contro il 2,26% di settembre, per un livello massimo dall’agosto 2015, quando raggiunse il 2,82%. Un livello, quello di agosto 2015, che è probabilmente già stato superato nel corrente mese di novembre o che, comunque, sarà presumibilmente superato a dicembre.

Ciò premesso, ci si può spingere per comprendere quanto aumenteranno i tassi mutui nel corso del 2023.

Sebbene le previsioni siano fortemente contrastanti in materia, tutto lascia intendere che il tasso medio del 2022 possa toccare il 2,5%, per salire poi intorno al 3% nella primavera del prossimo anno e toccare un picco intorno al 3,5% nella parte finale del prossimo esercizio. È poi possibile che la corsa dei tassi tenderà a rallentare per stabilizzarsi tra il 3,5% e il 4% nel 2024 e, da qui, possa rimanere a lungo, in attesa di un’inversione di tendenza.

Difficile fare previsioni

In ogni caso, è evidente che attualmente sia molto difficile formulare delle previsioni caratterizzate da attendibilità, considerato che lo scenario nel quale si stanno muovendo banche e mutuatari è ricco di aleatorietà.

Pertanto, molta dell’affidabilità delle previsioni sopra anticipate dipenderà dall’andamento della situazione macroeconomica internazionale e, in maniera ancora più diretta, dalle decisioni che saranno assunte in seno alla Banca Centrale Europea.

Quale mutuo conviene chiedere oggi

Ma quale mutuo conviene chiedere oggi? È meglio indebitarsi a tasso fisso o a tasso variabile?

Evidentemente, tutto dipende dalle caratteristiche del mutuatario e dal suo orizzonte temporale di indebitamento.

Se infatti è vero che il mutuo a tasso variabile è più conveniente di quello a tasso fisso nei primi periodi del piano di ammortamento, è anche vero che in un contesto di tassi crescenti questa maggiore convenienza tende ben presto a calare, fino a favorire il tasso certo.

Pertanto, buona parte della risposta oggetto del dubbio con cui vogliamo chiudere questo articolo è proprio legata alla durata dell’indebitamento: per mutui di lungo o lunghissimo respiro potrebbe infatti valer la pena sopportare un tasso maggiore, ma avere la serenità di un importo delle rate sempre costante fino alla naturale o anticipata estinzione del piano di ammortamento.

In ogni caso, non è da sottovalutare la possibilità di indebitarsi a tasso variabile per sfruttare poi l’eventuale surroga, così come la possibilità di indebitarsi a tasso variabile con cap. Questi ultimi mutui sono infatti contraddistinti dalla presenza di un tasso di interesse indicizzato all’Euribor, ma con una soglia massima di indebitamento che permette al mutuatario di comprendere, fin dalla sottoscrizione del contratto, quale sarà l’importo limite che andrà a pagare come rata mensile nell’ipotesi di forte incremento dei parametri di indicizzazione.