Reggio Calabria: scoperto a Piazza Garibaldi un preziosissimo antico tesoro

A pochissimi giorni dall’inaugurazione del nuovo Museo Nazionale della Magna Grecia, mentre la città si appresta a riabbracciare le tante opere che testimoniano la storia dell’antichissima civiltà ellenica nel cuore del Mediterraneo, è stata letteralmente scossa Reggio Calabria dove a Piazza Garibaldi è stato scoperto un preziosissimo antico tesoro, che i cittadini stanno accorrendo ad ammirare. Una scoperta che ha visto accorrere non solo maestri, professori e bambini ma anche archeologi a livello internazionale, da quando lunedì 18 aprile, durante gli scavi per la realizzazione di un maxi parcheggio sotterraneo nella piazza della stazione centrale, sono emersi resti antichi e molto importanti; probabilmente i più importanti ritrovamenti archeologici della storia della città.

Una scoperta che mentre infatti inizialmente si riteneva essere un “semplice” ciottolato, si è invece rivelata essere una scoperta di grande importanza: un basamento fine, molto ben definito, realizzato con mattoni grossi e lavorati, pregiati, di epoca probabilmente romana o forse greca, di migliaia di anni fa, come dimostrano peraltro anche le anfore dipinte, i vasi e altri reperti, ritrovati sul sito. Uno scavo che arriverà fino a 7 metri di profondità e che continua verso l’edicola ed il corso Garibaldi: uno dei più grandi ritrovamenti archeologici della storia di Reggio Calabria, che potrebbe persino rivoluzionare tutte le attuali convinzioni sull’antica Rhegion, che secondo tutte le testimonianze storiche, era localizzata molto più a Nord rispetto alla zona dell’attuale piazza Garibaldi, e quindi persino “fuori” dalle mura della Rhegion greca e romana. I reperti storici rinvenuti ad oggi infatti, a livello della parte bassa del Lungomare e l’antica colonna romana della stazione Centrale, sono da sempre stati collegati alla presenza di Punta Calamizzi, ove sorgeva l’antico porto di Reggio Calabria.

Un ritrovamento che quindi indica come anche a Sud del fiume Apsìas – l’attuale torrente Calopinace – esistevano strutture importanti, e quindi non solo vicino al porto di Punta Calamizzi ma anche più a monte. L’antica Reggio Calabria si estendeva poi anche a Sud del fiume, che di certo era già posto a regime, onde evitare esondazioni e straripamenti in area urbana. Una scoperta che mentre inizialmente sembrava essere una “semplice” strada, col procedere degli scavi, tra mattoni e malta, anfore, vasellame di vario genere, monete antiche e cocci, raccolti dal team di archeologi coordinato dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici per le analisi del caso, sta assumendo giorno dopo giorno, sempre più rilevanza ed interesse storico.

Tra le ipotesi degli esperti e della “strada”, c’è chi ha ipotizzato si tratti di resti di epoca romana o greca, forse di una necropoli o di un edificio di altra natura, mentre altri hanno parlato di una struttura muraria di epoca bizantina, aragonese o medievale; cosa certa è che si tratta di una struttura elaborata, poggiata su un basamento in pietra, per cui di un lavoro raffinato e molto resistente. Un’antica struttura, che però è ancora soltanto parzialmente visibile, rimasta sepolta per secoli sotto la città, che allorquando fra i ritrovamenti si è inserito un basamento in pietra, ha visto affermarsi tra le ipotesi, quella di una tomba di epoca romana.

Come fanno sapere però dalla Soprintendenza, è comunque ancora troppo presto per sbilanciarsi con una datazione, in quanto il “basamento” della struttura emerso nei giorni scorsi, non è certo essere la base di una struttura ancora indefinita, in quanto potrebbe forse anche essere la parte superiore di una struttura ancora ben più ampia e profonda. Dal canto suo, il Professore Daniele Castrizio dell’Università di Messina, fa notare che nell’area dell’attuale città di Reggio Calabria, vivevano discendenti della gens Julia, motivo per cui quella ritrovata potrebbe essere veramente una tomba particolarmente “grande e lussuosa”; solo un’ipotesi questa, che però è avvalorata anche dal fatto che nella zona era presente una necropoli, ove avrebbero potuto essere sepolti, come da sue parole, anche “un generale oppure una persona nobile”.

Ad ogni modo, per capire di cosa si tratti di preciso, non resta che attendere il proseguo degli scavi, che pare in questi giorni abbiano raggiunto i 5 metri di profondità, e che pare potrebbero continuare persino fino agli 8 metri di profondità, anche sul lato Sud della Piazza, ove sarà aperto un nuovo cantiere. Cosa certa è comunque che in ogni caso ci si trova di fronte ad un evento straordinario, come ha tenuto a precisare il Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che ha commentato: “Siamo seduti sopra ad un vero e proprio tesoro”.