Museo di Reggio Calabria

Il Museo di Reggio Calabria presenta diverse collezioni di reperti archeologici che rappresentano diversi periodi e culture della storia antica della Calabria e della Magna Grecia

Orario Museo Reggio Calabria

Aperto dal Martedì alla Domenica dalle h 09:00 alle h 20:00, ultimo ingresso h 19.30. Si trova in Piazza Giuseppe De Nava, 26, 89123 Reggio Calabria.

Detto anche Museo nazionale della Magna Grecia, in quanto ospita numerose e significative testimonianze delle colonie della Magna Grecia, che sono fiorite in Calabria. Aperto al pubblico ancora nel 1954, custodisce innumerevoli testimonianze delle grandi civiltà, imponendosi a livello nazionale come uno dei musei archeologici più prestigiosi ed importanti del nostro Paese. Il Museo, fortemente voluto dal Soprintendente Paolo Orsi è ospitato nell’edificio progettato da Marcello Piacentini – tra i massimi architetti del periodo fascista – realizzato tra il 1932 ed il 1941, ed inaugurato nel 1959, che nel tempo fu oggetto di trasformazioni di grossa portata.

Oggetto di un lungo restauro, conclusosi lo scorso 30 aprile, il Museo Archeologico Nazionale gode oggi di una maggior visibilità e fruibilità, grazie anche ad un nuovo allestimento museale, che lo vede articolarsi su quattro livelli di esposizione permanente, per ben 11000 metri quadri. Un grande esempio di innovazione tecnologica quindi, come ha sottolineato in una recente intervista il suo direttore Carmelo Malacrino, che ha fatto sapere: “Un museo efficiente, assolutamente sicuro e molto accogliente, che conquista i suoi visitatori” quindi ha aggiunto “accompagnandoli nell’antica storia calabrese, dal Paleolitico all’età romana, in un percorso che si conclude nella sala” precisa “dei Bronzi di Riace e di Porticello”.

Cosa vedere al Museo di Reggio Calabria

Materiali recuperati nel corso di scavi da siti della Calabria e della Basilicata, che sono raccolti nelle diverse sale: preistoria e protostoria, numismatica, un lapidario, una pinacoteca e nella più recente sezione di archeologia sottomarina. Sale, ognuna delle quali rappresenta una finestra aperta sul passato, che custodisce piccoli – grandi gioielli recuperati dalla memoria; così come anche la Biblioteca del Museo, che raccoglie ben oltre 10.000 volumi, il laboratorio fotografico ed il laboratorio di restauro.

Il museo è la dimora dei famosissimi Bronzi di Riace

Due grandi statue in bronzo, originali, raffiguranti dei guerrieri greci, appartenenti alla metà del V secolo a.C. attribuibili a Fidia o alla sua scuola. Le due statue, note in tutto il mondo, quali veri e propri capolavori della scultura, tra i più preziosi dell’arte greca, furono ritrovate il 16 agosto 1972 da Stefano Mariottini, un subacqueo appassionato che si trovava in vacanza nel tratto del Mar Jonio antistante il comune di Riace Marina, in Calabria.

Il pregio e l’unicità dei Bronzi, sta nel fatto che non solo sono pochissime al mondo le statue greche realizzate in bronzo, pervenute ad oggi ancora intatte ma che sono indubbiamente le più belle. Da studi recenti, si presume che il bronzo “A” rappresenti Tideo, un feroce eroe proveniente dall’Etolia, figlio del dio Ares, mentre il bronzo “B” che raffiguri Anfiarao, un profeta guerriero.

  • Oltre agli splendidi Bronzi di Riace, tra le testimonianze di maggior pregio ed interesse custodite nel Museo Archeologico Nazionale, meritano menzione:
  • i reperti dell’antica Locri, con una ricca raccolta di Pinakes, tavolette votive in terracotta che sono impreziosite da altorilievi eseguiti sapientemente;
  • l’imponente gruppo dei Dioscuri, che scendono da cavallo durante la Battaglia della Sagra;
  • gli Specchi in Bronzo appartenenti alla città di Locri;
  • la lastra “Griso-Labocetta” in terracotta, raffigurante due figure di donna, del VI secolo a.C.;
  • il Graffito raffigurante un bue, recuperato nella grotta del Romito di Papasidero (Cs);
  • la Testa del Filosofo, cioè quel che resta di una scultura bronzea rinvenuta a Porticello, vicino a Reggio Calabria, di provenienza magno-greca, databile alla seconda metà del V secolo a.C.;
  • la ricostruzione di una parte del Tempio di Casa Marafioti;
  • le sezioni dedicate alle colonie greche di Reghion, di Mètauros, di Krimissa, di Medma, di Kaulonia e ancora di Laos.
  • una Testa marmorea con parrucca in bronzo ed altri frammenti della medesima statua, di origine greca, di età fidiaca, proveniente dal Tempio di Apollo Aleo;
  • i reperti del Santuario di Grotta Caruso e di Centocamere;
  • pregevoli collezioni di monete dell’età greco-romana;
  • la Galleria Lapidaria, con resti tra cui antiche epigrafi;
  • l’armatura completa de un prezioso diadema d’oro recuperati in una tomba della antica Laos;
  • la testa, ben conservata, della statua dedicata al Dio, recuperata dall’omonimo Tempio;
  • le due tele raffiguranti San Girolamo Penitente ed I tre Angeli, ad opera di Antonello da Messina.