Il cambiamento climatico cambierà il regime delle correnti aeree e il tipo dei venti?
La ricerca in merito pubblicata su Nature Geoscience a firma di Robert Vautard, meteorologo e climatologo, è molto rilevante per le verifiche sperimentali svolte nonché per i dati. Però non sostiene nulla di così diverso rispetto a quanto si sapeva già sull’elaborazione dei vari scenari di cambiamento climatico.
Cos’è il cambiamento climatico e come controllare le previsioni
Quando si parla di cambiamento climatico s’intende qualunque tipo di alterazione del clima. Quest’ultima invece è lo stato medio delle condizioni atmosferiche e, quando si parla di cambiamento climatico, si fa riferimento alla variazione di tali condizioni medie.
Se siete degli appassionati del tempo e del vento, avete la possibilità di poter seguire costantemente le previsioni collegate al tempo e ai mutamenti del clima tramite Windfinder, l’apposito sito disponibile mediante applicazione oppure tramite sito web. Consultandolo potrete disporre di previsioni del tempo, delle misurazioni riguardanti il vento e delle osservazioni meteorologiche. Così da poter sempre avere un quadro completo e fattibile sui cambiamenti climatici.
Come si presenta la questione del cambiamento climatico
I movimenti delle masse d’aria in atmosfera si fondano su due fondamentali generi di circolazione.
La prima è la grande circolazione dinamica, derivante dal diverso riscaldamento che si verifica tra l’equatore e i poli, oltre che dall’effetto della rotazione terrestre che va a creare un insieme di alte pressioni dinamiche calde a 30° di latitudine, come pure un altro di basse pressioni dinamiche fredde a 60° di latitudine. Tra queste due fasce si creano le correnti occidentali ondulate alle latitudini intermedie.
La seconda è rappresentata da un insieme di circolazioni termiche, costituite da alte pressioni termiche fredde e da basse pressioni termiche calde. Tra quelle più classiche troviamo le circolazioni termiche monsoniche.
Le correnti atmosferiche e il vento che tra l’altro si possono tenere sotto controllo mediante il servizio di Windfinder, alle altitudini più alte e nelle zone polari si creano e regolano principalmente mediante la circolazione dinamica dell’atmosfera. Per quanto concerne le basse latitudini, la circolazione riguardante le correnti aeree si basa primariamente sulla circolazione termica. Infine alle medie latitudini predomina la circolazione dinamica durante l’inverno e la circolazione termica nel periodo estivo.
Cosa accade alla circolazione dei venti
Il riscaldamento del nostro pianeta non avverrà in maniera uniforme. Difatti quello maggiore andrà a coinvolgere le zone polari, come pure quelle riguardanti le alte latitudini. Invece una forma di riscaldamento minore interesserà le aree prettamente subtropicali ed equatoriali.
Il riscaldamento maggiore delle aree polari e l’allargamento della fascia intertropicale verso le alte latitudini, porterà a un paio di conseguenze di rilievo collegate al vento e all’energia cinetica.
Come primo aspetto c’è quello della differenza di temperatura tra le zone polari e quelle intertropicali che avrà la tendenza a diminuire. Così da causare pure una riduzione a livello globale della ventilazione media, nonché dell’intensità media collegata al vento.
Parlando invece della distanza fra la fascia intertropicale e quella polare, queste tenderà a una diminuzione. Pertanto la diminuzione della ventosità coinvolgerà principalmente le zone subtropicali e le latitudini più basse.