La prima Bibbia ebraica stampata a Reggio Calabria

La prima Bibbia ebraica è stata stampata in Italia, precisamente a Reggio Calabria, ma solo un cittadino su 100.000 lo sa

La prima stampa di una Bibbia ebraica avvenne nel capoluogo calabrese nell’anno 1475 per opera del tipografo Avrhaham ben Garton. Il preziosissimo volume, però, oggi non è custodito tra i confini della Regione Calabria, poiché si trova a Parma presso la Biblioteca Palatina.

A rivelare che in pochissimi conoscano la storia della prima Bibbia ebraica è un sondaggio online realizzato in occasione dell’evento “Il cuore calabro dell’ebraismo”, in programma domenica 3 settembre 2017 a Santa Maria del Cedro, in provincia di Cosenza, presso Palazzo Marino. Alla manifestazione parteciperanno il sindaco di Santa Maria del Cedro, Ugo Vetere, il Prof. Franco Galiano (Presidente dell’Accademia Internazionale del Cedro), oltre a vari esponenti del Consorzio del Cedro e della comunità ebraica, cui si aggiungeranno numerosi rabbini presenti sulla Riviera dei Cedri.

Gli addetti ai lavori sanno che la regione Calabria sia ricca di mete di interesse per la religione ebraica, anche se in pochi ne conoscono realmente la storia. I luoghi di alto interesse ebraico sul territorio calabro sono numerosi: a partire dai resti della sinagoga di Bova Marina, a circa 30 Km da Reggio Calabria, che secondo il sondaggio risulta sconosciuta al 95% degli italiani. La sinagoga romana di Bova Marina, risalente al IV secolo è secondo gli esperti la seconda più antica d’Europa. I cittadini italiani ignorano anche l’esistenza di un’antica giudecca a Nicotera, che è stata oggetto di recente di lavori di ristrutturazione che l’hanno restituita all’antico splendore. Si tratta di un complesso costituito da stradine, percorsi stretti e tortuosi, da case su più piani. Le comunità ebraiche, infatti, solevano avere le loro botteghe al piano terra, mentre ai piani alti avevano gli alloggi, i cosiddetti “cafi”. Il tutto condito da passaggi coperti che arricchiscono il contesto urbano e danno una visione d’insieme ancora più suggestiva del paesaggio circostante.

Testimonianze della cultura ebraica sono vive anche a Cosenza, dove nella toponomastica popolare è presenta ancora il “Cafarone”, termine con il quale si indica un quartiere del centro storico il cui nome deriva da Cafarnao, città della Galilea dove Gesù avrebbe abitato dopo aver lasciato Nazareth. Ancora a Cosenza, vi sono testimonianze della presenza di un antico quartiere ebraico nella zona compresa tra il monastero delle Vergini e il quartiere dei Padolisi. Spostandosi un po’ nella provincia cosentina, intorno a Carpanzano, troviamo un Monte Giudeo e un Casale Giudeo, mentre tra i centri di Scigliano, Rogliano e Carpanzano esistono le contrade Judio Soprano o Sottano ed Acqua Judia. A Castrovillari c’è testimonianza di un Portello dei Giudei, mentre vi è una Porta Giudecca a Corigliano e Rossano, luoghi probabilmente d’accesso ad altrettanti quartieri ebraici.

Ovviamente, anche queste testimonianze sono ignorata dalla maggior parte degli italiani, così come di quelle esistenti nel crotonese, presso Santa Severina, in cui esiste ancora una Timpa dei Giudei. In provincia di Catanzaro, a Tiriolo, troviamo poi la contrada Giudecca, mentre la Giudea è a Isola Capo Rizzuto. A Caulonia, in provincia di Reggio Calabria, testimonianze ebraiche si trovano nella contrada ludica, mentre a Caccuri, in provincia di Crotone, vi è il Fosso Scannagiudei, teatro con ogni probabilità di violenze e sanguinosi assassinii.