Reddito di cittadinanza, la Calabria è la regione dove licenziarsi conviene di più

Nelle ultime ore il quotidiano Il Sole 24 Ore ha compiuto un’elaborazione su dati INPS

L’analisi è servita per comprendere quanti lavoratori italiani percepiscano meno di 10.000 euro e, dunque, potrebbero avere maggiore convenienza (teorica) a percepire il reddito di cittadinanza piuttosto che a proseguire la propria avventura lavorativa.

L’elaborazione porta ad affermare che il profilo “tipo” di lavoratore che potrebbe optare per una simile “sostituzione” è quello di un apprendista occupato in un’azienda calabrese, considerato che – si legge nell’Infodata del giornale – l’8% degli apprendisti italiani percepisce uno stipendio non superiore a 9.999 euro l’anno e ben l’11,22% di chi guadagna meno di tale soglia vive proprio in Calabria.

Prima di alimentare nuove polemiche e critiche intorno a tali dati, è stato lo stesso presidente dell’INPS, Tito Boeri a rammentare che il 45% dei lavoratori del Sud guadagna meno di 780 euro, ovvero la cifra massima che è prevista dal reddito di cittadinanza varato dal governo Conte, e fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle. Insomma, chi percepirà questa misura, in un anno otterrà circa 9.360 euro: e, pur non essendo certamente una cifra considerevole, è pur sempre di più rispetto a quanto ottiene una buona fetta di lavoratori nella Penisola.

Naturalmente, vale pur sempre la pena rammentare – ad onor di verità – che è ben difficile ipotizzare che chi ha un posto di lavoro e percepisce meno di 10.000 euro all’anno sia immediatamente indotto ad abbandonare il proprio ruolo per abbracciare il reddito di cittadinanza, uno strumento che comporta pur sempre degli obblighi, e che è strutturata a tempo non indeterminato.

Lo stesso quotidiano sottolinea inoltre come la statistica dell’INPS si sia soffermata esclusivamente sui lavoratori dipendenti che hanno operato per tutto l’anno, e solamente –per quanto ovvio – sui redditi dichiarati. Non è dunque noto se tutti coloro che percepiscono meno di 10.000 euro l’anno abbiano o meno delle integrazioni “fuori busta”.