Museo Archeologico, positiva l’inaugurazione al Palazzo Nieddu di Locri

E’ stato positivamente inaugurato il nuovo polo museale archeologico di Palazzo Nieddu, a Locri: una struttura in grado di ergersi tra le massime attrattività culturali nell’intera macro area, che può vantare un intero piano dedicato alle scoperte archeologiche che sono state effettuate durante la realizzazione della nuova SS 106 “Jonica”, e che dunque consente di aggiungere nuovi tasselli alla ricostruzione della storia del popolamento del territorio locale, con  testimonianze sostanzialmente uniche rispetto a quanto era finora noto.

Insomma, una mostra che contribuisce a fare un po’ di chiarezza sullo sviluppo della popolazione nella zona jonica, e che può contare su veri e propri gioielli storici, come la fortificazione del Bronzo antico, risalente al II millennio a.C., rinvenuta a Siderno, o ancora il complesso di età greca, risalente al VII secolo a.C., che invece è situato alle porte di Locri Epizefiri, dove peraltro sono stati rinvenuti alcuni resti carbonizzati di una piccola imbarcazione.

Con simili premesse, trova pertanto il giusto riconoscimento il buono sforzo congiunto effettuato da Anas e la Soprintendenza archeologica calabrese, la cui attività sinergica ha permesso sia di proseguire la realizzazione dei lavori stradali senza particolari intoppi, sia di poter dare rilievo alle scoperte archeologiche che via via sono state realizzate. Particolare caratteristica di tale collaborazione è anche l’introduzione della figura del c.d. “archeologo di cantiere”, una figura specializzata, capace di assicurare un corretto monitoraggio dei lavori sul campo, sotto la supervisione dell’ente appaltante, la cui introduzione è stata stimolata da un protocollo siglato tra Anas e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

In sede di presentazione è stato altresì ricordato come i lavori dell’Anas per la ss 106 siano stati inquadrati all’interno  della collana editoriale “I percorsi dell’archeologia”, presentata qualche giorno fa a Roma, e che annovera già il volume “L’archeologica si fa strada. Scavi, scoperte e tesori lungo le vie d’Italia”.