Punta Pellaro: energia, ispirazione e ricerca

Progetti studio per lo sfruttamento di risorse energetiche illimitate come vento, sole e onde marine, nascono e si sviluppano in luoghi che per il loro paesaggio e clima si possono definire dei veri e propri paradisi naturali.

Punta Pellaro, a meno di 15 km dal centro di Reggio Calabria, è uno di questi luoghi paradiso, la forza del vento e delle onde vengono sfruttate dagli amanti del kitesurf, ma anche dai ricercatori delle università per generare energia elettrica pulita.

Il vento di Punta Pellaro è una fonte di ispirazione, molti istruttori di Kitesurf si sono costruiti un lavoro appassionante ed imprenditoriale, nonostante una miriade di difficoltà. Encomiabile il lavoro dei cittadini pellaresi, della Pro Loco Reggio Sud, della Cooperativa Tutela dell’Aspromonte, che propio in queste ore ha posizionato il totem informativo donato dal Parco Nazionale dell’Aspromonte. Tutti insieme sono un esempio concreto di senso di appartenenza e attaccamento al territorio. Complimenti e riconoscenza per il lavoro svolto.

Gli episodi recenti non fermeranno l’attività intrapresa in questi anni per la valorizzazione e la tutela dell’area, anzi, li sproneranno ancor di più a continuare; è previsto per sabato 11 gennaio alle ore 10:30 l’inizio dei lavori per il ripristino della staccionata.

Punta Pellaro, una forza energetica infinita nello stretto tra Calabria e Sicilia

A Punta Pellaro non esiste giornata senza vento, i mesi migliori per le correnti marine sono maggio, giugno e luglio. Tra ottobre e marzo tira aria forte almeno per quindici giorni al mese e questa caratteristica la rende ottimale per lo sfruttamento energetico sia eolico che marittimo studiato per l’appunto dai ricercatori.  Questo tratto di mare grazie alla forma di trapezio stretto sfrutta diverse correnti calde e fredde per avere un clima sempre caldo e temperato.

Queste correnti sono il vento proveniente dal Mar Tirreno e diretto sulla strozzatura tra Calabria e Sicilia, le correnti dell’Egeo che percorrono diverse catene rocciose prima di raggiungere la costa calabrese, ed infine i monsoni mediterranei chiamati Etesii o Meltemi che soffiano da Grecia, Egeo e Turchia Occidentale.

Dal Kitesurf all’energia elettrica pulita

Gli sport mare e aria però in questi anni si sono evoluti grazie anche alla tecnologia che ha migliorato e reso più sicuri gli strumenti di volo. I maestri di questa disciplina sportiva, soprattutto a Punta Pellaro, esprimono una filosofia di libertà selvaggia, una connessione con la natura. Percepiscono e vivere nell’immediato il giorno e la notte, la forza delle onde e delle correnti, il senso dell’altezza e del movimento del kite in volo.

Gli istruttori che d’estate e nei mesi migliori accolgono turisti ed allievi, dopo una lezione o una volata, davanti ad una birra si condividono emozioni e difficoltà di questo sport estremo, con l’impegno di portare avanti dei progetti che fanno bene a Punta Pellaro. 

Sfruttare le onde del mare per produrre energia elettrica

Lo sfruttamento del vento e delle onde come risorsa ha coinvolto negli anni passati i ministeri dei Trasporti e dello Sviluppo Economico.

A tal proposito l’Enea ha reso noto che dalle correnti che attraversano lo Stretto, si potrebbe estrarre energia pari a 125 GWh l’anno,  una quantità tale che soddisferebbe il fabbisogno degli abitanti di Reggio Calabria.

Foto di Francesco D’Aleo