Il rincaro delle bollette dell’energia previsto per l’autunno spaventa le famiglie italiane e, proprio per questo motivo, il governo è al lavoro per cercare di attenuare gli effetti degli incrementi dei costi di luce e gas. Ma come leggere correttamente la bolletta e, in tal modo, rendersi conto degli effettivi costi della materia prima o dei servizi accessori?
La prima pagina della bolletta
Stando a quanto ci ricorda l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, la prima pagina della bolletta riporta il costo medio unitario dei kilowatt ora standard per metro cubo, ovvero il rapporto tra la spesa totale e i consumi fatturati. Tale dato è certamente un utile indicatore ma… è in realtà bene prendere maggiore confidenza con gli altri elementi numerici del documento, considerato che all’interno del costo medio unitario sono compresi non solamente la spesa per la materia prima, quanto anche i costi di approvvigionamento. Elementi che – rispetto al totale riportato in fattura – sono peraltro ben lungi dall’essere il 100% del costo da pagare.
Le altre spese
Oltre al costo destinato a coprire la materia energia, infatti, figura la spesa per il trasporto e la gestione del contatore che costituisce circa il 16-17% del totale, e che deve coprire i costi di trasporto e di distribuzione sulle reti dell’energia usata nelle abitazioni, e per gestire e leggere i contatori.
C’è poi la voce degli oneri di sistema, intesi come l’insieme delle spese che finanziano attività di interesse generale per il sistema elettrico nazionale, introdotte nel tempo da specifici provvedimenti normativi. Con il passare degli anni gli oneri sono cresciuti e, proprio su di essi, l’Autorità sta cercando di ispirare una revisione che possa permettere di trasferire il loro peso alla fiscalità generale.
Gli oneri generali
A rendere ancora più complicato il quadro vi è anche il fatto che le aliquote degli oneri generali sono distinte in oneri generali di supporto alle energie rinnovabili e alla cogenerazione, e oneri rimanenti. All’interno della prima voce vi sono alcuni tra gli oneri più discussi, riferiti a un provvedimento adottato negli anni ’90 per premiare l’energia prodotta da terzi e ceduta alla rete elettrica nazionale, se prodotta da fonti rinnovabili.
Tra gli oneri rimanenti, invece, troviamo le spese che pesano per circa il 20% su tutto il pacchetto oneri: dallo sviluppo tecnologico e industriale ai costi per la messa in sicurezza degli impianti nucleari o per le compensazioni territoriali, passando poi per il sostegno della ricerca di sistema alle compensazioni per le imprese elettriche minori, e altro ancora.
Iva e accise
Infine, si giunge all’Iva e alle accise. Una componente che, secondo quanto rivela l’Arera, pesa per 2,89 centesimi di euro sulla bolletta elettrica (12,6% del totale della spesa), e per 30,17 centesimi di euro sulla bolletta del gas (35,6% del totale della spesa) considerando in tale peso relativo il totale di accise, Iva e addizionale regionale.
Insomma, un panorama non certo semplice da decifrare, che contribuisce a rendere particolarmente difficoltosa una previsione sull’evoluzione dei costi delle bollette comunque – salvo sorprese – destinati ad aumentare nei prossimi mesi…