Calabria, terra di centenari: uno studio per scoprire i segreti

La Calabria vanta un’elevata concentrazione di ultracentenari

Uno studio scientifico sta cercando di comprendere per quali motivi rientra tra le zone blu del Pianeta. Una caratteristica che per tanti anni è sembrata essere riconducibile allo stile di vita di alcune zone dell’Aspromonte, aiutato da una corretta alimentazione. E che oggi, però, corre il rischio di essere messa in crisi dall’adozione di uno stile di vita più globale e meno attento alla valorizzazione delle positive prassi dell’area.

La ricerca curata dalla Fondazione Valter Longo

Ha condotto quello che è il primo studio randomizzato sul ruolo della nutrizione. Da qualche settimana, e per i prossimi 18 mesi, si cercherà dunque di testare gli effetti della dieta nella longevità, e l’impatto che la riduzione della percentuale di massa grassa, la composizione corporea, la salute e l’età biologica possono avere sulle speranze di vita.

In questo ambito, un’evidenza sembra peraltro attrarre alcune valutazioni di merito. Se infatti è vero che in Calabria in passato c’è stata l’adozione di massa di uno stile di vita longevo, con dieta povera di proteine e di carne e ricca di legumi e ingredienti vegetali, è anche vero che in tempi più recenti questa positiva abitudine si è un po’ abbandonata in favore dell’adozione crescente di prassi culinarie e stili di vita globali, che hanno in parte eroso quella che è la tradizionale vocazione della Calabria al ricorso di una dieta portatrice di benessere.

Ecco dunque che, in fondo, un mutamento si inizia già a scorgere (purtroppo), con un trend che sembra avvicinare la regione ad alcune altre aree italiane che stanno sperimentando simili evoluzioni. In Calabria, ricordano gli studiosi della Fondazione, si registra infatti una delle più alte percentuali di bambini e adolescenti in eccesso di peso di tutta l’Europa. E se a ciò aggiungiamo anche il contributo delle malattie croniche presenti nella popolazione calabrese in età adulta, si può avere un quadro di sintesi abbastanza emblematico sullo stato di salute attuale e sulla necessità di ritornare a una nutrizione che possa aiutarci ad arrivare al traguardo dei cento anni.

Un’adesione volontaria dei partecipanti al progetto

Con questo spirito lo studio cerca di analizzare un più ampio campione di partecipanti mediante una visita nutrizionale e un prelievo ematico che possa essere utile per determinare eventuali fattori di rischio per la salute. Quindi, i partecipanti saranno indirizzati per effettuare visite nutrizionali con gli specialisti che aderiscono allo studio.

Durante questa occasione si cercherà di comunicare in modo chiaro e puntuale quali sono le indicazioni per la successiva fase di adesione al percorso, che in tutto comprende quattro visite nutrizionali, di cui l’ultima opzionale, nell’arco di 18 mesi, oltre a due prelievi ematici a distanza di un anno l’uno dall’altro.

Al termine di tali valutazioni si procederà dunque a trarre le conclusioni, con indicazioni e spunti su come migliorare il contributo dell’alimentazione per una vita più lunga e serena.