Turismo in Calabria: il surf come leva di sviluppo

Il surf è uno sport piuttosto praticato in Calabria

Vento, mare e strutture attrezzate non mancano di certo. E così, ai circa 300 surfisti assidui della Calabria, ogni estate (e non solo) si aggiungono centinaia di altri praticanti che arrivano da tutte le parti d’Italia e d’Europa, desiderosi di trascorrere qui delle giornate memorabili.

Una risorsa molto importante sotto il profilo sportivo e turistico che, evidentemente, potrebbe essere sfruttata in misura meno marginale nel prossimo futuro. Ma in che modo? Quali sono le principali tendenze del surf in Calabria e come può essere utilizzato questo sport per prolungare la stagione turistica oltre la fine dell’estate?

Un patrimonio da sfruttare

Sul perché la Calabria sia un terreno così fertile per i surfisti non ci sono grandi dubbi. La regione può infatti offrire 800 km di coste bagnate dal mar Ionio e dal mar Tirreno, con tanti spot che nel corso degli anni si sono guadagnati una positiva nomea, da est a ovest, da Bovalino a Copanello, da Squillace a Roseto Capo Spulico, solo per citare solamente alcune delle località più predilette da chi fa surf.

Per quanto poi riguarda i periodi migliori in cui fare surf, non ci sono confini temporali prestabiliti per gli appassionati della tavola e delle onde. Tuttavia, è da ottobre ai primi di aprile, quando le mareggiate si avvicinano ai centri abitati, che i surfisti riescono a dare il meglio di loro stessi. E, imbracciata la muta e la tavola, non è raro vederli scrutare l’orizzonte in attesa dell’onda giusta.

Per quanto poi riguarda le differenze tra i mari su cui si affaccia la regione, se lo Jonio va in sostanziale “riposo” da surf da maggio in poi, il Tirreno può godere di mareggiate favorevoli anche nei mesi estivi, prolungando in questo modo il momento favorevole per tutti i surfisti che arrivano in queste zone.

Tanti margini di ulteriore sviluppo

Il fatto che il surf in Calabria stia riscontrando esiti particolarmente positivi non deve far passare in secondo piano il fatto che questa disciplina sportiva sia arrivata nella regione in parziale ritardo rispetto a quanto non abbia fatto nel resto d’Italia, e che i numeri prima degli anni 2000 erano piuttosto scarsi.

Ecco dunque che il surf in Calabria è ben definibile come tutt’altro che maturato e consolidato, bensì in una piena fase di sviluppo che fa ben sperare per il godimento di importanti margini di crescita per il prossimo futuro.

Ma come intervenire in questo ambito?

Probabilmente, una delle mosse più favorevoli è quella dell’allungamento della stagione da ottobre ai primi di maggio. Considerato che l’interesse del surfista tende a scemare quando inizia quello del turista tradizionale (e viceversa), la stagione balneare in Calabria potrebbe potenzialmente durare tutto l’anno.

Unitamente a ciò, occorrerebbe riporre contestuale attenzione alla tutela dei punti costieri maggiormente interessati dal fenomeno, prendendo ispirazione dalle esperienze più virtuose di altre regioni che hanno cercato di limitare l’impatto ambientale di eventuali attività incontrollate.