Il Tartufo Nero di Calabria, l’inizio di un nuovo racconto

“Il Tartufo Nero di Calabria, l’inizio di un nuovo racconto”, il primo libro in letteratura dedicato all’oro nero dei boschi del Pollino, della Sila, delle Serre e dell’Aspromonte, firma copie con l’autore sabato 11 maggio 2024, nella prestigiosa Libreria Internazionale Luxemburg (Piazza Carignano, Torino), a partire dalle 14:00.

Il saggio rappresenta un itinerario culturale enogastronomico che ripercorrerà l’opera edita dalla Gangemi Editore International: una raccolta di preziosi contributi scientifici, testimonianze di cavatori e aneddoti storici destinata a dar vita a una narrazione inedita del territorio.

L’opera è stata curata da Francesco Maria Spanò e Claudio Mattia Serafin e segna un solco nella storia del pregiato fungo ipogeo, la cui presenza in Calabria è documentata sin dal periodo magnogreco, i boschi calabresi sono descritti attraverso i profumi dei pregiati funghi ipogei e le conoscenze di esperti in materia, che nei decenni hanno svolto studi per approfondire e identificarne le peculiarità.

Un universo finora noto solo agli addetti ai lavori e agli amanti della cerca. Il viaggio nel misterioso mondo dei tartufai, che tra gioie e difficoltà portano avanti un mestiere in completa armonia con la natura, illustra con dovizia di dettagli l’arte del cavare con delicatezza dal sottobosco i tartufi, accompagnati dai loro inseparabili cagnolini.

Nel corposo libro, trovano spazio anche succulente ricette ideate da chef calabresi, che propongono il tartufo nostrano in originali creazioni culinarie destinate a valorizzarne profumo e sapore. A corredo delle informazioni sulle tartufaie naturali in Calabria, sono inserite schede micologiche che con immagini ad alta definizione consentono di distinguere i tartufi commestibili e non commestibili, che è possibile trovare sul territorio.

L’obiettivo dell’opera, frutto della volontà del gruppo Pirro di rilanciare l’economia dell’entroterra calabrese, è di sollecitare i giovani a trasformarsi in custodi del territorio e diventare protagonisti di uno sviluppo e una crescita economica che guarda al futuro in un’ottica sostenibile.

La tutela delle aree tartufigene infatti è direttamente correlata alla protezione del patrimonio boschivo, che si traduce nella riduzione di disboscamenti, incendi e, di conseguenza, del dissesto idrogeologico, prevenendo frane e smottamenti.