Roghudi: le leggende di questo borgo fantasma

Roghudi, o per meglio dire Rigudi – dal greco-calabro – è un piccolo comune abbandonato, sito su un colle nella provincia di Reggio Calabria

Un borgo Roghudi, che non può fare a meno di affascinare tutti i turisti ed i curiosi, alla scoperta di luoghi incantati e suggestivi. Diviso in due parti, quella vecchia ormai del tutto disabitata e la Roghudi Nuova, distante invece all’incirca 40 km dall’antico borgo. Borgo fantasma, sito sulle pendici meridionali del Parco dell’Aspromonte, facente parte di un’area grecanica e che vanta antichissime origini, che risalgono ancora al 1050.

Sito in posizione pericolante, il borgo sorge su uno sperono roccioso, che s’innalza tra i massicci di ghiaia, nel letto della fiumara Amendolea, ove le abitazioni sono poste proprio al limite, sull’orlo del precipizio. Appartenuto nel 1084 al feudo dei Bova, il borgo di Roghudi verso la fine del XXII° secolo passò nello Stato dell’ Amendolea. Dopo due forti alluvioni del 1971 e del 1973, fu dichiarato completamente inagibile e gli abitanti furono costretti ad abbandonare le abitazioni per trasferirsi dapprima nei comuni limitrofi e quindi, nel nuovo centro di Roghudi, nei pressi di Melito Porto Salvo. Abitanti che parlavano il greco e praticavano principalmente l’agricoltura e la pastorizia. Un borgo Roghudi, che data la sua particolarissima storia e fine, è avvolto in antiche storie e leggende, tramandate sapientemente dagli anziani che qui hanno trascorso la loro infanzia, alle nuove generazioni.

Leggende di Roghudi, tra le quali quella delle Anarade, donne con piedi a forma di zoccoli, che ai tempi antichi vivevano nella contrada di Ghalipò, praticamente di fronte a Roghudi e si narra cercassero di attirare con ogni stratagemma le donne del paese al fiume, con la scusa di lavare i panni, per poterle uccidere ed accoppiarsi con i loro uomini. Tanti i trucchi utilizzati dalla Anarade per attirare le donne del paese, tra i quali in particolare quello di assumere la voce di parenti o di conoscenti. Dal canto loro invece, le donne del paese, per proteggersi dalla minaccia delle Anarade, fecero costruire 3 cancelli, che sono ancora oggi visibili a Roghudi: uno a Plachi, uno a Pizzipiruni ed uno a Agriddhea.

Altra leggenda mista alla storia tramandata dallo studioso Tommaso Besozzi, invece, è quella che vede intorno a metà del Novecento, gli adulti proteggere i bambini più distratti, dal pericolo di precipitare rovinosamente nel burrone che circonda il borgo di Roghudi, legandoli “per sicurezza”, con tanto di corde alle gambe o alle caviglie, fissate a grossi chiodi, conficcati nei muri delle case. Ultima leggenda riguarda infine la frazione abbandonata di Ghorio di Roghudi, che si distingue per il masso dalla forma particolare, noto come a “Rocca tu Dracu”, il cui significato è da far risalire al termine ellenistico “Draku”, che vuol dire occhio.

Ebbene, secondo la leggende di Roghudi, questo masso sarebbe in realtà la testa di un drago che proprio sul colle custodiva un tesoro inestimabile, come “testimonia” un’altra pietra posta accanto alla testa del drago, avente la particolare forma di groppe, che sarebbero le sette caldaie (o caddareddhi), grazie a cui il drago si nutriva. Un drago molto feroce, che stava a protezione di un tesoro, che secondo la leggenda sarebbe stato assegnato solo ad un combattente coraggioso, in grado di superare una prova davvero ardua: quella di sacrificare ben tre esseri viventi maschio, un neonato, un capretto ed un gatto nero. Una prova, che nessuno ebbe mai il coraggio di affrontare, finché un giorno, nacque un bambino con delle malformazioni, che fu affidato a due uomini affinché se ne sbarazzassero.

Uomini, che proprio pensando alla vecchia leggenda del drago, decisero di ambire al tesoro e di prepararsi alla prova di coraggio. L’altare era stato già preparato e sia il gatto che il capretto sacrificati; ma proprio nel momento in cui stavano per sacrificare il bimbo, una violenta ed improvvisa tormenta di vento scaraventò entrambi gli uomini contro le caldaie del drago, uccidendo uno dei due. Da allora, nessuno osò più sfidare il drago ed il secondo uomo, visse fino alla fine dei suoi giorni, tormentato dal diavolo.

Storie e leggende del borgo fantasma di Roghudi, da riscoprire in modo ancor più suggestivo, visitando le sue viuzze e stradine!