Il mondo della profumeria ha visto trionfare nella serata di Gala svoltasi a Piazza Affari il Dior Sauvage eau de parfum che ha conquistato il premio Accademia del profumo, guadagnandosi in questo modo di diritto anche lo status di miglior profumo maschile del mondo mentre il Si Giorgio Armani è stato eletto come il miglior profumo femminile. Questo successo è stato ottenuto grazie ai 150 mila voti che, dal 23 Gennaio fino al 13 Aprile,  i consumatori hanno assegnato tramite la Pagina Facebook di Accademia, il sito del Concorso e il volantino Squilla e Vinci che è stato distribuito in più di mille profumerie.

Il merito del successo di Dior

Il profumo Dior Sauvage eau de parfum deve il suo successo alle piante di Bergamotto di Reggio Calabria che, grazie a un accordo di raccolta in esclusiva tra i coltivatori calabresi e la Maison Dior, vengono coltivate biologicamente nel territorio tra l’Aspromonte e il Mar Ionio in modo da fornire alla nota casa parigina la materia prima per la realizzazione di quello che è stato premiato come il profumo maschile migliore del mondo.

L’agrume del Bergamotto San Carlo viene prodotto dal 1880 in una Tenuta situata a Reggio Calabria, Italia, che appartiene alla stessa famiglia da più generazioni e i suoi frutti dall’aroma sensuale e speziato che verranno poi utilizzati per la creazione del Dior Sauvage eau de parfum sono scelti scrupolosamente, a uno a uno, da Francois Demachy in persona.

Che cos’è il Bergamotto e perché è stato scelto da Dior

Il Bergamotto San Carlo è un agrume che cresce praticamente da sempre sulla punta del tacco della penisola italiana, ovvero a Reggio Calabria, incrociato tra un limone e un’arancio amaro  nell’ambito della profumeria ha da sempre destato un grande interesse da parte dei creatori di profumo, tanto è vero che nel 2015 la Maison Dior è riuscita a creare una fragranza inedita che ha appunto dato vita al Dior Sauvage eau de parfum.

I motivi che hanno portato la Maison Dior a scegliere il Bergamotto sono spiegati in un video racconto o se si preferisce documentario della durata di circa tre minuti intitolato La Quête d’Essence, che si può tradurre in italiano Alla ricerca delle essenze, dove viene messo in risalto uno dei tantissimi tesori italiani che purtroppo molto spesso si ci dimentica che non solo esistono ma soprattutto si possiedono.