Coronavirus, la proposta dell’Ugl: ripartiamo dal Mezzogiorno e dal Ponte sullo Stretto

Lo “stop” imposto dall’emergenza sanitaria nel mondo a causa del coronavirus è ancora in atto, ma in Italia si pensa già a come, lentamente, ripartire in previsione della cosiddetta Fase 2.

C’è bisogno di nuove idee, di nuovi progetti e, perché no, di cogliere il pretesto per intervenire e risanare ciò che in Italia – e in alcune zone in particolare – non andava bene già da molto prima.

Partendo da questo presupposto, il rilancio dell’economia potrebbe avvenire cominciando dal Sud, attraverso una serie di mirati investimenti che avrebbero finalmente lo scopo di far riscattare il Mezzogiorno d’Italia dopo oltre mezzo secolo di costante crisi economica. È quanto afferma Giovanni Condorelli, Segretario Confederale Ugl e Responsabile delle politiche per il Mezzogiorno, che si sofferma in particolar modo sulla Sicilia tornando a parlare di Ponte sullo Stretto, simbolica infrastruttura da sempre contemplata e mai concretamente realizzata, che potrebbe essere gestita a burocrazia zero seguendo lo stesso modello del Ponte Morandi.

Il Ponte sullo Stretto per rilanciare l’Italia

Il Ponte sullo Stretto è un’opera da sempre oggetto di grandi dibattiti che riguardano la sua reale utilità, gli eventuali costi di costruzione e, dal punto di vista tecnico, la sua fattibilità. L’idea di base è quella di realizzare un attraversamento sia stradale che ferroviario che colleghi la Sicilia alla Calabria (e al continente), nello specifico Messina a Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. Un unico ponte sospeso lungo poco più di 3 chilometri, che diverrebbe a pieno titolo il più lungo del mondo.

In questo momento rappresenterebbe una “new deal”, che pone al centro del rilancio economico e sociale dell’Italia proprio la Sicilia e la Calabria, e in generale il Mezzogiorno, come principale motore di sviluppo per l’intera Nazione.

I vantaggi del Sud

Un ulteriore e rilevante vantaggio che in questo momento caratterizza le regioni del Sud, e che può quindi far sperare in una ripartenza efficace a cominciare proprio da lì, è quello di essere riuscite a contenere il numero dei contagiati da Covid-19, rispetto alle regioni del Nord in cui la situazione è ancora decisamente critica.

Alla luce di ciò, sempre Giovanni Condorelli sostiene che il Sud possiede le giuste energie imprenditoriali – e intellettuali – per aiutare l’Italia intera a risorgere in questo momento di enorme difficoltà, passando attraverso una diversa programmazione dei fondi extraregionali oltre a quelli europei. Dal punto di vista del governo, continua Condorelli, sarebbe un’occasione unica e imperdibile per far rinascere il Sud Italia come merita, un’occasione storica che chi ci governa non dovrebbe lasciarsi scappare.

Il Mezzogiorno potrebbe dunque a tutti gli effetti fare da vettore per la ripresa della produzione industriale e dei consumi anche del Nord, al di là di ogni inutile contrapposizione o “battaglia” ormai obsoleta tra Nord e Sud: si tratterebbe soltanto di consapevolezza, nonché della volontà di impiegare adeguatamente tutte le risorse del nostro territorio, in questo caso dell’immenso patrimonio che può offrire il Sud, con l’opportunità di ridurre o azzerare definitivamente le storiche e ingiuste divisioni tra le due parti del Paese.

Foto: Alessandro Grussu